Recensioni Il tempo relativo


                                               


Adalgisa Moro – 13/10/2015:

Con le sue parole intime e profonde, Diana ci porta per mano a scoprire il travaglio ma anche il superamento di un’esperienza umana terribile, e il filo emotivo e sentimentale che lega le sue poesie in questo percorso ci dimostra come qualunque evento devastante possa essere piano piano trasformato in crescita, anche se i primi “istanti”, siano pure lunghi nel tempo, possono essere inizialmente molto distruttivi verso sé stessi e verso il mondo circostante. Ma l’anima dispone di risorse insospettabili, che ci permettono di superare ogni cosa, di trovare a volte un perchè, e comunque di tornare sempre ad amare, prima gradualmente noi stessi, e poi i nostri cari presso i quali trovare consolazione vicendevole, e il mondo che ci circonda, con le sue persone, i suoi ambienti in società, i suoi spazi naturali meravigliosi.
E’ importantissima quindi la testimonianza di Diana, attraverso il suo lavoro poetico, sia perchè di crescita per sé stessa, sia perchè può insegnare a tutti noi, una volta di più (come noi stessi possiamo farlo con gli altri), a non sentirci mai soli, qualunque sia la situazione e per quanto difficile e tragica, dal momento che dentro di noi troveremo sempre un “me stesso” con la sua saggezza e con cui dialogare, e dal momento che la comunicazione e la comprensione umana sono risorse universali dove tutto il mondo può essere famiglia. Il linguaggio naturale, diretto, profondo dei suoi versi, fa di Diana una poetessa che sa davvero toccare il cuore di chi legge, accompagnarlo nei suoi viaggi, e infine lenirlo, attraverso un dialogo sempre pieno di introspezione, comprensione e sentimento.



                                               



Stefania Sartori – 05/10/2015


"Mi sono avvicinata a questo libro, dopo la tragedia della perdita di un figlio. Avevo bisogno di sapere che il tempo è realmente relativo e che non per tutti scorre nello stesso modo. Io sono di parte, ma certe parole sembrano scritte appositamente per me e ti toccano l’anima talmente nel profondo che han creato un legame immaginario molto particolare con Diana. Indubbiamente ci sono poesie che mi sono piaciute di più e altre meno ma in genere tutte mi han aiutato a percorrere il viaggio interiore che avevo paura di affrontare. Ho versato su queste pagine lacrime di dolore, di rabbia ma piano piano, più giravo le pagine mi sentivo invasa da una piacevole leggerezza e serenità.
Consiglio a tutte le mamme e non questo libro. È una carica di emozioni che fa sempre bene al cuore."



                                               



Marilena Viola - 26/09/2015

LETTERA A DIANA di M.Viola

recensione a " IL TEMPO RELATIVO" poesie di Diana Mayer Grego

Cara Diana

che dire del tuo libro di poesie!Non sono solo poesie,ma è una storia continua,solo a tratti spezzata dal cambio pagina,ma l'argomento è lo stesso,la tua vicenda,il tuo dolore!
È la storia sofferta di un'anima che viene lacerata nella sua attesa di qualcosa di bello,di dolce dalla vita ma che lentamente,passo dopo passo,arriva al raggiungimento della pace interiore!
Il tragitto per metabolizzare è diverso per ciascuno di noi e non c'è medicina che possa guarire se non uno spiraglio ,dentro di noi,aperto alla vita,di nuovo!
".......fu allora che capii!la mia non era rabbia,era energia...", "..... guardare avanti e vivere non vuol dire dimenticare...."
"......l'erba rinasce rigogliosa di un verde smeraldo...", "...... il dolore si scioglie in pianto,il mio corpo si abbandona alla tua pelle..."!
Queste tue espressioni rivelano una guarigione,uno spiraglio di serenità!
Te lo auguro con tutto il cuore,da donna a donna!
Sono ...commossa ,oltre che per la emozione,la verità della scrittura,reale ma mai ampollosa e sovraccarica,sempre sobria nello "suotamento" dell'anima sulla carta, amica silenziosa,anche per questa.....empatia a distanza,fra due sconosciute che comunicano sul filo dell'etere scambiandosi attraverso i versi i sentimenti del proprio cuore!!!!
Secondo me lo scopo della poesia ,forma d'arte più immediata rispetto alla prosa,è proprio quello di far capire,coinvolgere,condividere,...con una pennellata, gli stati d'animo!I Il poeta ha più verità nella sua scrittura rispetto allo scrittore di storie,perché queste ultime potrebbero essere anche solo frutto di fantasia,invece la poesia se non è spontanea e "ispirata"..... non decolla,non prende forma!

                                               



Stefano Vattovani – 04/09/2015


Sembra scontato attribuire al libro di Diana l’appellativo di “viaggio interiore”, concetto spesso sovrausato, nella descrizione di opere fortemente interiori, ma in questo caso il termine trova una delle sue migliori e più profonde corrispondenze con ciò che il libro ispira. Un viaggio è fatto di stadi, celle esperienziali, temporali e caratteristici, che via via si trasformano in altri durante il cammino, cambiando inesorabilmente, dalla sua percezione fino alla sostanza stessa, il viaggiatore. E nel viaggio di Diana, la successione degli elaborati interni si percepisce in un modo molto netto e forte attraverso la ricchezza e la forza descrittiva del suo linguaggio, mai sovrastrutturato o viceversa povero di colori, ma altresì sempre calibrato in un’ottica di precisione descrittiva, sintesi e flusso armonico di immagini e suoni.
Attraverso i “dipinti” cesellati delle sue poesie, Diana affronta la tragedia della perdita di sua figlia, e passa gradualmente dallo smarrimento più profondo e sordo, contraddistinto dalle considerazioni sulla relatività del tempo, condizionata dagli stati della mente e dal tedio per l’immediatezza di una perdita assurda, agli impulsi intensissimi d’amore per l’amore irrimediabilmente e ingiustamente perduto, all’esasperazione di non essere compresa dal mondo esterno, al tentativo drammatico e pericoloso di riformulare una nuova percezione di sé stessa, una nuova comunicazione con sé stessa, un’identità accettabile che al momento sembra inimmaginabile realizzare, alla realizzazione del dolore senza fine, senza speranza e senza fondo, alla ricerca di un oblìo che lo lenisca e che è spinta a trovare nel sonno o nella contemplazione della natura sempre a lei cara, ma senza risoluzione, a una sua reattività che comincia a fiorire nella collera, fino ai primi albori, inframmezzati a cadute e cedimenti che comunque tendono lentamente ad ammorbidirsi, di una prima nuova consapevolezza, inizialmente nella timida scoperta che la collera sia energia, poi nella graduale accettazione della sofferenza come strumento di crescita, poi ancora con l’abbandono progressivo del mondo preteso delle ragioni per lasciare il passo al cuore, ulteriormente ancora all’accettazione e all’accoglimento del cambiamento, nel momento in cui realizza che il rifiuto e la chiusura caparbia nella difesa sono vettori di sofferenza sterile e fine a sé stessa, e così via, mentre l’amore di sempre per la natura, mai dimenticato, comincia a diventare spazio interiore di consolazione, di bellezza, di ristoro dell’anima sempre maggiore, di comprensione, e lo spirito di fuga e di rimozione apatica via via lascia il posto alle prime idee di rinascita e alla trasformazione del dolore in ringraziamento, in ricordo sereno, in concetto di consegna d’esperienza, da parte di un destino non più visto come ciecamente esecrabile ma strutturale, da tramutare in amore puro, sul filo di un contatto di anime, tra madre e figlia, da coltivare per sempre in tutta la sua più elevata trascendenza, fino al riconoscimento del territorio d’amore subito fuori dalle proprie mura: quello familiare d’origine, espresso in un breve e dolce ricordo del padre di Diana, e quello coniugale, nel riconoscimento riconfermato della figura del compagno e dell’amore di coppia, risorsa straordinaria e fondamentale per chiudere dolcemente, pur con l’amarezza di un senso di distacco, un’esperienza da integrare serenamente, e per continuare ad evolvere verso un futuro insieme dove ritrovare e portare avanti tutti i valori appresi, che a quel tempo erano stati bruscamente interrotti.
E’ così dunque che si rivelano, in “Il Tempo Relativo”, i mondi di Diana e del suo progredire graduale verso una trasformazione personale, attraverso un percorso fitto di percezioni, riflessioni ed elaborati, che porteranno, alla fine, pure in un percorso complesso di avvii, rallentamenti, fermate, ma in una griglia sempre finemente evolutiva, a una nuova consapevolezza, a un nuovo senso del sé e della realtà, a un nuovo insegnamento. Un insegnamento che, dove non trova un senso ultimo descrivibile secondo parametri di razionalità e logica, sa realizzarsi in accettazione, sorriso consapevole, amore incondizionato. Questa la vittoria più grande di Diana, perchè al di là dell’incontrollabilità degli eventi della realtà, quali che essi siano, quale che sia la loro incomprensibilità, quali le sofferenze che causino, Diana ha saputo portare avanti, sfondando qualsiasi barriera, il significato più profondo del senso umano, che sa costruire amore sempre, e con l’amore, per sempre, vincere su ogni cosa.

                                               



Lorenza Bartuccio – 10/08/2015



Momenti di vita vissuta raccontate in pura poesia. Attimi struggenti di esperienze dolorose descritte con amore infinito che trafiggono il cuore. Ci si riflette come il sole attraverso l’acqua e risplende l’amore infinito verso la vita che inesorabilmente scorre…….. nonostante tutto.

                                               



Manuela Maggiolo – 09/08/2015

Speciale, doloroso, toccante…..
bellissimo.
Una ‘scoperta’ anche per chi già conosce Diana.
Arriva dritto al cuore.
Brava Diana! …. Davvero brava!

                                               




Paola Tamagnone – 07/08/2015


Bellissimo, toccante e struggente. La tua sensibilità ti ha permesso di andare oltre il dolore. Davvero brava brava.
                                               




Erika Cecina – 06/08/2015


In molti provano a descrivere situazioni non molto piacevoli,ho letto parecchi scritti che trattavano di temi se si possono definire negativi e poco allegri , ma mai mi sarei aspettata che un libro, potesse donarmi pensieri ed emozioni cosí forti e contrastanti tra di loro.
Il Tempo Relativo , lo definirei “un’intensitá di sentimenti ” …racchiude tra le sue pagine un’esperienza , una vita , un’amore infinito che continua e chi lo legge puó solo farsi trasportare da tutto questo , un mix di pensieri invadono la mente , questo libro incide nell’anima delle persone la forza e l’attaccamento a ció che piú si ha di caro .
La scrittrice rende le sue parole ricche di interioritá personale , senza ragione colpiscono in maniera soave sia il cuore che la mente del lettore , a me é capitato in prima persona , consiglio a tutti questo incantevole libro …non deluderá assolutamente .
Dalla prima sino all’ultima pagina i sentimenti si fanno spazio , tutto appare chiaro e deciso durante la lettura , nessuna parola passa inosservata.
Complimenti veramente a Diana Mayer Grego per aver composto una cosí grande opera poetica mai letta prima .
                                               




Cinzia Belmonte – 05/08/2015



L'ho fatto mio, ho provato sensazioni uniche perché leggendo alcune poesie in particolare era come se avessi uno specchio e parlassi con me stessa. Hai saputo mettere in parole ciò che io non sono mai stata in grado di esprimere. .. ma nella tua potente sensibilità io mi sono tuffata rimanendo in apnea per molti minuti. ..perché ciò che stavo leggendo mi toglieva il respiro per quanta meraviglia emanava…
Lo consiglio a chi vuole vivere emozioni vere, a chi vuol rivivere attraverso gli occhi dell'autrice sensazioni indelebili. Grande, immensa Diana.
                                               



Cinzia Lacalamita – 05/08/2015



Non semplici poesie, ma una danza di parole, dal ritmo a tratti lento e avvolgente, sino ad arrivare a un crescendo che travolge. Lascia il segno “Il tempo relativo”, in modo prepotente, viscerale. Perché viscerale è l’autrice, che non si risparmia nel suo grido che unisce dolore, amore, speranza, rinascita. Una penna fluida e introspettiva quella della Mayer Grego: dolce come la bellezza del ricordo della figlia e, allo stesso tempo, amara, come la consapevolezza di un sogno infranto che, tuttavia, proprio attraverso il ricordo, da sogno si trasforma in realtà. Perché colei che era in divenire, colei che sarebbe dovuta essere, attraverso queste pagine… è. E anche se il tempo è relativo, la “bimba musa” prende vita, diventa eterna in un tempo che non ha più tempo.
Testo consigliato a chi della propria vita fa un miracolo di bellezza. A chi non legge, ma “sente”.
E per restare in “tema di tempo”… in un tempo in cui la scrittura spesso è sinonimo di immondizia, i rari talenti come la Mayer Grego, vanno protetti, incentivati e ringraziati.
Grazie, Diana.
Cinzia Lacalamita – consulente editoriale.

                                               



Mara – 24/07/2015

Lo consiglio assolutamente..incredibile come Diana con le sue parole riesca ad arrivare dritta al cuore! Grazie!

                                               



Gianfry – 23/07/2015

Lettura piacevole in un escalation di emozioni che rivelano al lettore il percorso interiore verso la serenità. Lo consiglio.

                                               



Mara – 23/07/2015



Una raccolta struggente, in cui l’incredulità e l’angoscia fuoriescono di prepotenza dalle parole. Mi ha toccato nel profondo trasportandomi in una dimensione in cui è altrimenti difficile immedesimarsi.
Consigliato.

                                              







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